La sostenibilità ambientale e il benessere delle persone sono tra i temi più importanti quando pensiamo al nostro futuro e al futuro del nostro pianeta. Mutamenti climatici, innovazione tecnologica e dinamiche socio-demografiche in atto danno origine a trend che trasformeranno l'economia globale, le nostre vite e quelle delle future generazioni, in modo profondo e duraturo nel tempo.
Il modo in cui avverrà questa trasformazione dipende anche dalle nostre scelte e dai nostri comportamenti quotidiani.
Puntare a sostenere le aziende più sensibili a temi ambientali, sociali e di governance (criteri ESG) in grado di generare valore nel tempo in modo consapevole e con un impatto positivo sul benessere delle persone e dell'ambiente.
ESG è l’acronimo di Environment (ambiente), Social (sociale), Governance (gestione responsabile d’impresa) e fa riferimento ad una modalità di investimento che ha l’obiettivo di selezionare le aziende più virtuose valutandone il comportamento sostenibile.
Per promuovere una economia più sostenibile, il quadro normativo europeo in tema di sostenibilità si basa su tre principi:
Le banche, che rappresentano per le imprese italiane la principale fonte di finanziamento, per la valutazione del merito creditizio, oltre ai tradizionali criteri economico-finanziari affiancheranno una valutazione socio-ambientale delle domande di credito. Le imprese non virtuose sotto il profilo sociale e ambientale potrebbero avere difficoltà ad accedere al credito, mentre le imprese con impatti positivi (opportunamente misurati e rendicontati) potrebbero beneficiare di finanziamenti anche a condizioni privilegiate.
Per il presente e il futuro sarebbe necessario un intervento deciso del mondo bancario e della finanza che faciliti l’accesso al credito, semplifichi la burocrazia e crei prodotti finanziari e assicurativi per le imprese virtuose. L’impresa infatti necessita di investimenti di lungo periodo per creare e rafforzare valori condivisi oltre a un equo ritorno finanziario. La sfida è quella di rendere compatibili le necessità finanziarie delle imprese con le esigenze di liquidità degli investitori, in modo da attrarre capitali non orientati al rendimento di breve periodo.
Al fine di rispondere alle esigenze degli investitori e aumentare la propria attrattività, le imprese potrebbero concentrarsi sulle seguenti aree:
Le “obbligazioni verdi”, o Green Bond, sono strumenti finanziari che hanno conosciuto un tasso di crescita straordinario dal 2007 a oggi. Sono obbligazioni come tutte le altre, la cui emissione è legata a progetti che hanno un impatto positivo per l’ambiente, come l’efficienza energetica, la produzione di energia da fonti pulite, l’uso sostenibile dei terreni ecc.
Recentemente la Commissione Europea ha enfatizzato le potenzialità e il funzionamento del mercato dei Green Bond, presentando un pacchetto di misure intitolato “Energia pulita per tutti gli europei”, secondo il quale dal 2021 sarà necessario un supplemento di 177 miliardi di euro all’anno per raggiungere gli obiettivi individuati per il 2030 su clima ed energia per i quali questi nuovi meccanismi di finanziamento e di investimento potrebbero giocare un ruolo essenziale.
La crescita del mercato dei Green Bond, e la sua relativa sostenibilità, è dovuta principalmente a due fattori: da una parte l’ingresso nel mercato delle obbligazioni green da parte delle grandi imprese dei paesi emergenti (in particolare Cina ed India), dall’altra la crescente attenzione delle istituzioni sovranazionali al tema della sostenibilità ambientale.
Nel 2016, il G20 ha riconosciuto ufficialmente – per la prima volta – la necessità di accelerare lo sviluppo della finanza green per raggiungere l’obiettivo di una crescita sostenibile.
Anche l’Ocse, sempre nel 2016, ha compiuto un passo importante per sostenere il settore. Ha istituito il Centre on Green Finance and Investment. È un punto d’incontro tra settore pubblico e privato, nato con l’obiettivo di “sostenere la transizione verso un’economia verde, a basse emissioni e resiliente ai cambiamenti climatici attraverso lo sviluppo di politiche, istituzioni e strumenti efficaci” anche da un punto di vista finanziario.
In questo contesto si è sviluppato il concetto di rating ESG assegnati da società indipendenti. Si tratta di un giudizio sintetico che certifica la solidità di un emittente, di un titolo, di un fondo in merito a problematiche ambientali, sociali e di governance. Il rating ESG è uno strumento non alternativo ma complementare al rating tradizionale che valuta il merito creditizio di una impresa. Lo scopo del rating ESG è aumentare le informazioni disponibili e quindi migliorare le valutazioni aziendali e le scelte d’investimento.
La finanza sostenibile è un mercato in via di sviluppo in grado di generare un valore economico e sociale sul lungo periodo che considera soluzioni d’investimento che, oltre a utilizzare logiche finanziarie, integrano fattori ambientali, sociali e di governance nel processo decisionale di investimento.
Oggi la «sostenibilità» è un elemento prioritario per Banche, Compagnie Assicurative, consulenti finanziari e imprese. Una strategia rivolta alla «sostenibilità» è in grado di garantire numerosi vantaggi, mentre sottovalutare tali aspetti può esporre a rischi di vario tipo, come quello reputazionale che, grazie alla sempre maggiore attenzione da parte del mercato alle tematiche ESG, ha assunto un’importanza sempre più rilevante. Il mercato ha infatti dimostrato di premiare i comportamenti riconosciuti come virtuosi nei tre elementi della «sostenibilità»: environment, social e governance.
La finanza sostenibile non si concentra solo sulla tradizionale analisi economico finanziaria ma necessita di una analisi degli asset intangibili che consenta di comprendere modelli di business ESG e di considerare la sostenibilità un vantaggio competitivo .
In futuro, gli asset manager che saranno in grado di analizzare correttamente le informazioni non finanziarie e di sviluppare un maggiore know-how nella gestione e nell’analisi dei fattori ESG saranno in grado di generare rendimenti superiori.