l dati del L'Italia del riciclo 2020, report annuale della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e Fise Unicircular. Edo Ronchi: "Servono innovazione e nuovi investimenti"
Anche il ciclo dei rifiuti è stato colpito duramente dalla pandemia. Sono aumentati gli imballaggi (+7%), soprattutto carta, cartone e acciaio, anche a causa dell’impennata dell’ecommerce; è calato l’organico per il crollo della ristorazione e del turismo; sono diminuiti i rifiuti speciali di origine industriale, quelli delle costruzioni e del commercio. Riduzioni superiori al 10% per rifiuti elettrici ed elettronici e imballaggi in legno.
L’undicesima edizione del Rapporto “L’Italia del Riciclo”, realizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e da Fise Unicircolar (Unione imprese economia circolare), fornisce la prima panoramica italiana dell’impatto della pandemia sul riciclo dei rifiuti urbani e speciali. Un’indagine, condotta tra settembre e ottobre 2020 e rivolta a un campione composto da imprese, consorzi di filiera, utility, associazioni di categoria e altri soggetti, fa emergere un quadro per niente rassicurante.
Durante il lockdown il rifiuto organico è diminuito di circa il 15%: l’aumento della raccolta domestica non è bastato a controbilanciare la diminuzione degli scarti prodotti dalle utenze collettive (mense, ristoranti, bar). Una sorta di equilibrio si è ristabilita a partire da maggio-giugno con la ripresa di tutte le attività - produttive, commerciali, turistiche - e nel periodo giugno-agosto tutte le raccolte differenziate sono tornate a crescere. Nella seconda ondata di Covid-19 si stanno riproducendo effetti simili a quelli registrati in primavera.
Nei primi quattro mesi del 2020, che comprendono due mesi di pandemia, si registra, rispetto allo stesso periodo del 2019, un incremento di otre il 7% della raccolta differenziata dei rifiuti da imballaggio, con un aumento del 5-6% per i rifiuti in vetro e in plastica e del 10% per quelli in carta, cartone e acciaio. Stabile la quantità degli imballaggi in alluminio. Riduzioni importanti (superiori al 10%) hanno subito tutte le filiere collegate ai conferimenti presso le isole ecologiche (rifiuti elettrici ed elettronici, imballaggi in legno) e quelle legate alle attività industriali e commerciali che hanno dovuto interrompere la loro attività o che hanno ridotto le importazioni di solventi, oli minerali usati, pneumatici fuori uso, oli e grassi animali e vegetali esausti.
Anche il ciclo dei rifiuti è stato colpito duramente dalla pandemia. Sono aumentati gli imballaggi (+7%), soprattutto carta, cartone e acciaio, anche a causa dell’impennata dell’ecommerce; è calato l’organico per il crollo della ristorazione e del turismo; sono diminuiti i rifiuti speciali di origine industriale, quelli delle costruzioni e del commercio. Riduzioni superiori al 10% per rifiuti elettrici ed elettronici e imballaggi in legno.
L’undicesima edizione del Rapporto “L’Italia del Riciclo”, realizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e da Fise Unicircolar (Unione imprese economia circolare), fornisce la prima panoramica italiana dell’impatto della pandemia sul riciclo dei rifiuti urbani e speciali. Un’indagine, condotta tra settembre e ottobre 2020 e rivolta a un campione composto da imprese, consorzi di filiera, utility, associazioni di categoria e altri soggetti, fa emergere un quadro per niente rassicurante.
Durante il lockdown il rifiuto organico è diminuito di circa il 15%: l’aumento della raccolta domestica non è bastato a controbilanciare la diminuzione degli scarti prodotti dalle utenze collettive (mense, ristoranti, bar). Una sorta di equilibrio si è ristabilita a partire da maggio-giugno con la ripresa di tutte le attività - produttive, commerciali, turistiche - e nel periodo giugno-agosto tutte le raccolte differenziate sono tornate a crescere. Nella seconda ondata di Covid-19 si stanno riproducendo effetti simili a quelli registrati in primavera.
Nei primi quattro mesi del 2020, che comprendono due mesi di pandemia, si registra, rispetto allo stesso periodo del 2019, un incremento di otre il 7% della raccolta differenziata dei rifiuti da imballaggio, con un aumento del 5-6% per i rifiuti in vetro e in plastica e del 10% per quelli in carta, cartone e acciaio. Stabile la quantità degli imballaggi in alluminio. Riduzioni importanti (superiori al 10%) hanno subito tutte le filiere collegate ai conferimenti presso le isole ecologiche (rifiuti elettrici ed elettronici, imballaggi in legno) e quelle legate alle attività industriali e commerciali che hanno dovuto interrompere la loro attività o che hanno ridotto le importazioni di solventi, oli minerali usati, pneumatici fuori uso, oli e grassi animali e vegetali esausti.