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22 / 01 / 2023

ambiente Stretta per EXPORT rifiuti


Puntare sulla sostenibilità del continente ed esportare fuori dai confini europei i problemi ambientali: un rischio che l’Europa sta cercando di limitare, come confermano anche le norme in arrivo sui prodotti che alimentano la deforestazione globale. Un passaggio di questo cammino c’è stato pochi giorni fa, martedì 17 gennaio, con il voto dell’Europarlamento sulla nuove norme proposte dalla Commissione per la spedizione dei rifiuti. Il Parlamento europeo ha infatti adottato a larghissima maggioranza la sua posizione negoziale, più stringente rispetto alla proposta, per una nuova legge per riformare le procedure e le misure di controllo dell’UE per le spedizioni di rifiuti fuori dai propri confini. Dopo il voto, l’Eurocamera può avviare i negoziati sul tema con il Consiglio e la Commissione. Vediamo cosa chiedono i deputati.


La proposta della Commissione

Il 17 novembre 2021, la Commissione europea ha proposto la modifica del regolamento sulla spedizione dei rifiuti per una stretta sulle esportazioni, per rendere più efficiente la circolazione dei rifiuti nello spazio Ue e rafforzare la lotta ai traffici illeciti. Con la revisione del regolamento, la Commissione punta a realizzare gli obiettivi dell’economia circolare (i rifiuti sono risorse: una volta riciclati possono alimentare l’industria europea) e dell’inquinamento zero proponendo norme più rigorose per l’esportazione dei rifiuti, un sistema più efficiente per la circolazione dei rifiuti, considerati come una risorsa, e un’azione incisiva contro il traffico illegale. Le esportazioni di rifiuti verso paesi non appartenenti all’OCSE secondo la Commissione dovranno essere limitate e autorizzate solo se i paesi terzi sono disposti a ricevere determinati rifiuti e sono in grado di gestirli in modo sostenibile. Le spedizioni di rifiuti verso i paesi OCSE saranno monitorate e potranno essere sospese se causano gravi problemi ambientali nel paese di destinazione. In base alla proposta, tutte le imprese dell’UE che esportano rifiuti fuori dall’Unione dovranno garantire che gli impianti destinatari siano sottoposti a un audit indipendente da cui risulti che gestiscono i rifiuti in modo ecologicamente corretto.


La Commissione ha proposto poi di semplificare ampiamente le procedure in vigore per le spedizioni intra UE, “facilitando il rientro dei rifiuti nell’economia circolare senza abbassare il livello di controllo necessario”. In tal modo, secondo l’esecutivo europeo, “si contribuirà a ridurre la dipendenza dell’Unione dalle materie prime primarie e si sosterranno l’innovazione e la decarbonizzazione dell’industria per conseguire gli obiettivi climatici”. Le nuove norme mettono inoltre le spedizioni al passo con l’era digitale introducendo lo scambio elettronico dei documenti.

Il regolamento rafforza ulteriormente l’azione contro il traffico dei rifiuti. Per migliorare l’efficienza e l’efficacia del regime di contrasto sarà istituito un gruppo UE di garanzia della legalità delle spedizioni di rifiuti, sarà conferito all’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) il potere di coadiuvare le indagini transnazionali condotte dagli Stati membri sul traffico di rifiuti e saranno introdotte norme più rigorose in materia di sanzioni amministrative.


Il testo dell’Europarlamento

La posizione negoziale del Parlamento europeo su una nuova legge per riformare le procedure e le misure di controllo dell’UE per le spedizioni di rifiuti è stata approvata con 594 voti favorevoli, 5 contrari e 43 astenuti. “La legge – spiega una nota dell’Eurocamera – dovrebbe migliorare la protezione dell’ambiente e della salute umana, sfruttando le opportunità offerte dai rifiuti per raggiungere gli obiettivi UE di un’economia circolare e a inquinamento zero”.  Il testo approvato chiede il divieto di spedizione di tutti i rifiuti UE destinati allo smaltimento verso paesi extra UE. Uniche accezioni, “in casi limitati, autorizzati e debitamente giustificati”. Come indicato dalla Commissione, l’esportazione di rifiuti non pericolosi sarebbe consentita verso Paesi non OCSE solo quando questi “diano la loro autorizzazione e dimostrino di essere in grado di gestire tali rifiuti in modo sostenibile”. Il testo approvato dal Parlamento europei si concentra anche sulla plastica: infatti i deputati vogliono vietare l’esportazione di rifiuti di plastica verso i Paesi non OCSE, ed eliminare gradualmente anche l’esportazione verso i Paesi OCSE entro quattro anni. “Alla luce dei vari problemi creati dalla gestione dei rifiuti di plastica nei paesi terzi – si legge nel testo approvato dal Parlamento – l’Unione dovrebbe gradualmente eliminare l’esportazione di tutti i tipi di rifiuti di plastica al di fuori dell’Unione e dei paesi EFTA”.

I deputati hanno chiesto poi che vengono vietate le esportazioni di rifiuti pericolosi dell’UE verso Paesi non OCSE. Principio guida nella gestione dei rifiuti dovrebbe essere, secondo il Parlamento, la prossimità geografica: “Per garantire una reale transizione verso un’economia circolare per le spedizioni di rifiuti dal loro luogo di origine al miglior luogo di trattamento di tali rifiuti, è opportuno tenere conto del principio di prossimità”.

Nuove regole anche per i controlli. Il Parlamento chiederà infatti la creazione di “un meccanismo di selezione a livello UE basato sul rischio, per orientare i Paesi UE che effettuano ispezioni a prevenire e individuare le spedizioni illegali di rifiuti”.


“Una vittoria per le nuove generazioni”

“Dobbiamo trasformare i rifiuti in risorse nel mercato comune e, quindi, prenderci più cura del nostro ambiente e della nostra competitività”, ha commentato la relatrice, Pernille Weiss (PPE, DK): “Le nuove regole ci permetteranno anche di combattere più facilmente la criminalità legata ai rifiuti all’interno e all’esterno dell’UE. Inoltre, con il divieto di esportazione dei rifiuti di plastica da noi proposto, stiamo spingendo per un’economia molto più innovativa e circolare, ovunque sia coinvolta la plastica. Questa è una vera vittoria per le prossime generazioni”.

“Più economica circolare e più raccolta differenziata. È questa la strada che oggi traccia l’Europa e come Movimento 5 Stelle siamo orgogliosi di dare il nostro contributo”, ha commentato con un intervento in plenaria Maria Angela Danzì, europarlamentare del Movimento 5 Stelle. “Bene il divieto di esportazione dei rifiuti pericolosi verso i Paesi africani e quelli più poveri. Con una maggiore tracciabilità combattiamo anche il business dei rifiuti. Non dimentichiamo infatti che in molte realtà lo smaltimento illegale è operato con la complicità della criminalità organizzata”. Danzì ricorda però anche gli aspetti più problematici del documento: “Ritengo di dover richiamare l’attenzione sul fatto che questo regolamento potrebbe penalizzare alcune nostre imprese produttrici. Infatti, la carta da macero, in seguito alla lavorazione, ha cessato la qualifica di rifiuto e dovrebbe essere esclusa dall’applicazione di questo regolamento. Noi ci auguriamo che ciò sia sancito nelle fasi attuative”.

Entusiasta il commento di Rethink Plastic, alleanza di Ong per un futuro libero dall’inquinamento da plastica: “È UNA COSA MONUMENTALE!”, leggiamo su Twitter: “Dopo anni di battaglie, il movimento Break Free From Plastic e Rethink Plastic sono entusiasti di condividere il voto dell’Europarlamento a favore di un divieto di esportazione di rifiuti di plastica al di fuori dell’UE/EFTA e di maggiori politiche di salvaguardia per le spedizioni all’interno dell’UE!”. Secondo Greenpeace, “l’Europa fa un altro passo concreto nella direzione giusta per porre finalmente fine al colonialismo dei rifiuti: un fenomeno dilagante che negli ultimi anni ha visto solo prosperare le ecomafie. Greenpeace ha spesso documentato questi fenomeni, con rifiuti italiani spediti per presunto riciclo in nazioni come Turchia e Malesia e che invece venivano smaltiti in discariche illegali, inquinando acque e terreni, o bruciati a cielo aperto”.

FEAD, l’associazione europea delle imprese che gestiscono rifiuti, non nasconde invece la propria preoccupazione: “Il regime di esportazione proposto dalla Commissione è in gran parte visto come un divieto di esportazione de facto. FEAD ribadisce che rimane essenziale spedire in sicurezza oltre i confini dell’UE i rifiuti non pericolosi della “lista verde”, che sono una merce, da integrare come materie prime secondarie nei processi di produzione. L’onere amministrativo estremo che si intende imporre ai paesi terzi per poter ricevere tali rifiuti della ‘lista verde’ avrà un effetto deterrente sproporzionato, mentre una sana gestione ambientale, trasparenza e tracciabilità possono essere ugualmente e sufficientemente garantite attraverso procedure di audit. In particolare, FEAD è molto preoccupata per l’esito del voto relativo alle spedizioni di rifiuti di plastica”.

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